I bambini ci insegnano…
Corso super-rapido per adulti che vogliono imparare
Le scuole sono da poco iniziate e molti genitori accompagnano il proprio figlio a scuola per il suo primo anno, trovandosi di fronte a nuovi ritmi, nuove abitudini, nuove gioie e nuove lacrime.
In questi momenti è inevitabile ripercorrere con la memoria il nostro primo giorno di scuola e tornare con la mente ai bambini che siamo stati. Quanta strada abbiamo fatto per arrivare fin qui… quante cose abbiamo imparato! Spesso pensiamo di essere uomini e donne “complete” e il nostro desiderio più grande è quello di insegnare il più possibile ai nostri figli e ai bambini che incontriamo. Li pensiamo fragili, inesperti, bisognosi di qualcuno che gli indichi una via.
Ci stiamo dimenticando, però, di quanto loro possano insegnarci, con i loro piccoli gesti, con i sorrisi quotidiani, i loro capricci, le loro domande e le loro scoperte.
Mentre cerchiamo di insegnare ai nostri figli tutto sulla vita, i nostri figli ci insegnano che la vita è tutto.
[ANGELA SCHWINDT]
Se ci concediamo la possibilità di guardare il mondo con gli occhi dei bambini, riusciremo a vedere qualcosa che nella nostra quotidianità di adulti, impegnati in mille impegni, abbiamo dimenticato. O, forse, abbiamo ormai dato per scontato.
Tu puoi imparare dai tuoi figli più di quanto essi imparino da te. Attraverso te essi conoscono un mondo ormai passato, tu in loro ne scopri uno nuovo che sta nascendo.
[FRIEDRICH RÜCKERT]
Il mondo che sta nascendo e che prende forma sotto le manine dei bambini contiene in sé tutti i colori possibili, ma anche tutti i profumi, i sapori, le sensazioni che ancora devono essere scoperte. Accompagnare il bambino nel suo percorso di crescita significa anche recuperare quel senso di stupore che da piccoli ci caratterizzava e che, se esercitato con allegria e senza giudizio, da adulti possiamo riscoprire.
Se un bambino deve tenere vivo il suo senso innato di meraviglia, ha bisogno della compagnia di almeno un adulto con cui condividerla, riscoprendo con lui la gioia, l’eccitazione e il mistero del mondo in cui viviamo.
[RACHEL L. CARSON]
Se osserviamo la serietà dei bambini mentre giocano, il senso di responsabilità con cui tengono stretta la propria bambola affinché non le accada niente di male, l’intensità con cui esprimono desideri e chiedono che si avverino, non possiamo rimanere indifferenti. Nel loro modo apparentemente spensierato di muovere le mani e pronunciare i loro “perché?” possiamo cogliere i più grandi insegnamenti.
Dobbiamo imparare dai bambini.
[FABRIZIO CARAMAGNA, dal libro “Il numero più grande è due”]
Amano senza dubitare.
Abbracciano senza avvisare.
Ridono senza pensarci.
Scrivono cose colorate sulle pareti.
Credono ad almeno 10 sogni impossibili.
Non arrivano al cassetto più alto, ma toccano il cielo con la punta delle dita.
E quando vengono affidati al sonno è come se il mondo avesse perso un po’ del suo splendore.
E se di fronte a questo mondo capita di sentirsi inadeguati, incapaci di accogliere la sfida di tornare ad imparare, non rimane che lasciarsi andare, abbandonare ogni inibizione, sedersi sul pavimento, magari a gambe incrociate, fare l’indiano con la mano sulla bocca, e sentirsi di nuovo liberi di poter essere piccoli. Anche da adulti.
Lasciati guidare dal bambino che sei stato.
[JOSÈ SARAMAGO, dal libro “Le piccole memorie”]
I bambini ci insegnano molto più di quanto siamo disposti ad ammettere a noi stessi. Stare con loro inevitabilmente ci fa porre domande sui bambini che siamo stati e sugli adulti che siamo diventati. Con i piccoli impariamo a riconoscere i versi degli animali, il prendersi cura di una ranocchia sperduta, la differenza tra i broccoli e i cavolfiori e tra fate buone e streghe cattive.
Puoi imparare un sacco di cose dai bambini. Quanta pazienza hai, per esempio.
[FRANKLIN P. JONES]
Una domanda, però, rimane al momento ancora inesplorata. Se dai bambini possiamo imparare, quel è il ruolo dei grandi? Cos’è che possiamo sperare di insegnare ai nostri piccoli, che possa rimanere con loro per la vita?
Perché forse è questo che un adulto spera di poter fare: entrare nella vita di un bambino nella speranza di poter seminare piccoli semi che un giorno possano diventare germogli e poi frutti che possa poi un giorno assaporare ricordandosi, magari, di chi ha avuto la cura di piantarli per e con lui.
Ci sono solo due lasciti inesauribili che dobbiamo sperare di trasmettere ai nostri figli: delle radici e delle ali.
[HARDING CARTER]
Questo è quanto di più bello possiamo fare per i nostri piccoli. Donare loro radici, per non dimenticare che c’è un terreno fertile e sicuro al quale poter fare ritorno negli uragani della vita, e ali, per volare lontano, sostenuti da quel senso di scoperta che l’adulto, in passato, ha saputo far crescere e valorizzare in noi.