La Spagna è una terra di grandi avventure in magnifici luoghi, musei incredibili e opere d’arte dal valore inestimabile sparse nelle più importanti delle sue città: parliamo di Barcellona, per esempio, e indaghiamo più a fondo in quello che è uno degli esponenti principali (anzi, diciamo pure il massimo esponente) del modernismo catalano: Anton Gaudì. Di lui abbiamo moltissime testimonianze: solo nella città di Barcellona possiamo contare il pittoresco e coloratissimo Parc Guel, l’imponente e maestosa Sagrada Familia, la Pedrera e la Casa Batllò.
Anton Gaudì: genio del Modernismo catalano
Le Corbusier lo definì “il plasmatore della pietra, del laterizio e del ferro” e Antoni Gaudì pare proprio essere perfetto per questa definizione: pensiamo, ad esempio, alla Casa Batllò. Essa venne acquistata da una famosa ricca famiglia di Barcellona che voleva non solo un’abitazione per tutti i suoi componenti ma anche degli appartamenti in cui ospitare degli affittuari. Fu così che acquistò questa palazzina, invero un po’ modesta e non molto originale, da principio. Poi, però, affidarono i lavori di restauro al talento e all’estro del genio catalano ed ecco che il piano terreno, con le sue incredibili vetrate e le zampe di elefante a invadere la strada antistante, divenne una stalla di pregevolissima fattura, il piano primo (o piano nobile) venne assegnato all’abitazione della famiglia e i due piani superiori furono divisi in quattro appartamenti per gli affittuari. Ecco come ebbe origine questo edificio storico la cui fama sconfina spesso nel mito.
Il magico restauro di Casa Batllò
Ultimamente questa casa è stata oggetto di un incredibile restauro, che ha concorso a ripristinare gli originali colori risalenti alla sua creazione (o, per meglio dire, ri-creazione) e ha permesso agli studiosi e ai restauratori di scoprire alcuni dettagli che, con l’andare del tempo, erano andati perduti. Ora Casa Batllò può essere ammirata così come il genio catalano voleva che fosse ammirata, con tutte le sue sfumature che degradano dall’indaco al rosa e alle sue incredibili strutture ferree.
La lezione di vita di Gaudì
La vita di Gaudì non iniziò cerco con le migliori tra le premesse possibili: nato in una famiglia povera, fu davvero privato di molte delle possibilità che le famiglie più ricche possono permettersi: agi, vizi, viaggi. A 17 anni però potè iscriversi alla facoltà di architettura di Barcellona, potendo così dare una incredibile direzione al talento grafico che sempre dimostrò di possedere fin da bambino. Purtroppo gli studi dovettero essere messi in pausa per l’obbligo di leva militare, esperienza che lo trattenne dallo studio per diversi anni. Poi iniziò a specializzarsi presso diversi studi di architettura della grande città catalana e, piano piano, divenne il genio che noi tutti oggi conosciamo.
Cosa ci insegna la vita di Anton Gaudì? Senza dubbio che se si ha un talento lo si deve coltivare, anche con pazienza, pur sapendo che magari la vita potrà interromperci e metterci i bastoni tra le ruote in molti modi. Ma il nostro sogno, qualsiasi esso sia, merita di covare come brace sotto le ceneri di una vita magari ingiusta. Perché un giorno possiamo anche noi diventare autori della nostra personale Sagrada Familia e, chissà, diventare celebri e amati come lui.