TOXIC FASHION: A Little Story about a Fashionable Lie

Che tristezza, che delusione, che senso di colpa! 

Già nel mese di gennaio avevamo scoperto “Piccolo mostri nell’armadio”, un rapporto di Greenpeace Asia in cui sono stati testati capi di abbigliamento da bambino di 12 noti marchi: Adidas, American Apparel, Burberry, C&A, Disney, GAP, H&M, LI-Ning, Nike, Primark, Puma, Uni-qlo. Tutti i marchi testati hanno almeno un prodotto nel quale sono state rilevate sostanze chimiche pericolose, non voglio commentare quali più o meno perchè basta scaricare il report (qui) e tirare le somme. 

Da qualche giorno è stata pubblicato il risultato della nuova indagine di Greenpeace International “A Little Story about a Fashionable Lie”

…che ha trovato una vasta gamma di sostanze chimiche pericolose in abbigliamento e calzature per bambini prodotte da otto marchi della moda di lusso: Dior, D&G, Giorgio Armani, Hermes, Louis Vuitton, Marc Jacobs, Trussardi, Versace. Insieme al report, scaricabile qui, è stata lanciata la campagna #thekingisnaked in cui ambasciatrice dell’organizzazione nella lotta al toxic fashion è la modella russa Eugenia Volodina, che ha preso parte allo shooting del fotografo Andrea Massari basato sulla fiaba di Andersen “I vestiti nuovi dell’imperatore”.

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La fiaba recita:

C’era una volta, in un regno non molto lontano, un piccolo re. Sua madre voleva solo il meglio per il suo caro figliolo, e gli diede i capi più lussuosi realizzati dai migliori commercianti in tutto il regno. Ma non importa quanto costosi fossero i tessuti, niente era adatto per questo re. Perchè egli poteva vedere qualcosa che sua madre non poteva. “Questi commercianti stanno cercando di ingannarci! I loro vestiti sono pieni di sostanze chimiche sgradevoli e non ho intenzione di indossarli mai più! 

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La campagna “Piccoli Mostri” ha raggiunto l’obiettivo per cui molti brand, inclusa anche Burberry (qui il comunicato), si sono impegnate nella riduzione delle sostanze chimiche.

Ma cosa sono queste sostanze?

PFOA, ftalati e nonilfenoli etossilati sono interferenti endocrini, sostanze che, una volta rilasciate nell’ambiente, possono avere potenzialmente effetti dannosi sul sistema riproduttivo, ormonale o immunitario o essere cancerogeni, mentre l’antimonio è un veleno simile all’arsenico, che come triossido di antimonio è usato come catalizzatore nell’industria tessile e può causare dermatiti, irritazioni delle vie respiratorio e alterazioni del sistema immunitario.

La mia reazione come mamma è di sconcerto: per Sissi da quando è nata ho acquistato davvero molti capi di brand di lusso, molti Burberry, vari Armani, Dior, D&G (alcuni sono ancora nell’armadio da indossare, nuovi nuovi!)… ho speso soldi (a volte anche troppi) pensando di comprare non solo un marchio “bello” ma anche e soprattutto di qualità, un cotone buono, morbido, fresco. Proprio come nella fiaba… magari a volte rinunciando anche a un capo per me… delude sapere questo. Infinitamente. Il mio proposito è quindi quello di comprare d’ora in poi brand sempre più biologici, sostenibili, cotoni GOTS o oeko tex… già sto cambiando da un po’ i miei fashion-orizzonti e grazie a questo blog vorrei fare conoscere anche a voi le mie “scoperte”!

Mi ricorda lo stesso discorso che ho fatto tempo fa sul beauty quando ho aperto gli occhi e cominciato a leggere gli INCI ed ho realizzato che le creme per il viso antirughe, i sieri liftanti dei brand di lusso che compravo spendendo un patrimonio sono in realtà creme “vuote” di principi attivi, piene di siliconi e di parabeni, creme che danno l’illusione di avere una pelle più tesa e ti catturano con i loro profumi buonissimi ma che non contengono (o se lo fanno, solo in bassissima percentuale) principi attivi davvero anti-età. Conclusione: ho trovato dei brand buoni con un INCI buono, la mia pelle è (quasi) perfetta e risparmio anche un po’!

Paola Agostini (sissi_mum)

Founder, director and editor in chief at SissiWorld

Photographer

https://www.sissiworld.net/aboutme/

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8 thoughts on “TOXIC FASHION: A Little Story about a Fashionable Lie”

  1. Per Marco non ho mai acquistato brand di lusso. Non penso che questi brand progettino e strutturino dei capi fatti per dei bambini, li vedo come delle piccole imitazioni di capi d’adulto. Così come le si trova nel cibo, nei cosmetici e in chissà quanti altri prodotti, non mi stupisce il fatto che anche nell’abbigliamento abbiano trovato sostanze tossiche. Per realizzare capi per bambini ci vuole passione, ricerca, e capire sopratutto le loro esigenze che sono ben diverse da quelle di noi adulti.
    Speriamo solo che tutto questo si risolva e che ci siano leggi più severe, sopratutto per quanto riguarda i prodotti dedicati ai bimbi, e pesanti sanzioni.
    Bell’articolo! 😉

    1. Grazie! Hai proprio ragione! Io (sbagliando) ho comprato tante cose, sperando che spendere un po’ di più fosse quasi una “garanzia” di qualità…effettivamente ho cominciato a capire che chi ha RISPETTO per i bambini usa cotone organico, oeko tex, ecc… tutto il resto è (purtroppo) logica di mercato! Le cose che ormai ho nell’armadio, comprate in saldo e comunque care, nuove per la primavera, non le butto via! Invece questo non fa che confermare che i miei acquisti in saldo di questo mese sono stati tutti azzeccati (presto post)! Un bacio e un saluto a te e Marco!

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